Covid19: REM, buoni spesa, fame e reati. Violazioni. Grave blocco adozioni animali

Reddito di emergenza da 600 euro pure a precari e irregolari, buoni spesa: i criteri. Indennizzi ai professionisti. Proteste, rapine e furti di viveri da parte degli indigenti, soprattutto a Sud. Violazioni decreti: i numeri più recenti. Per blocco trasporti e staffette: rifugi animali ai limiti della sopravvivenza, occorre urgentemente cibo e sblocco delle consegne

FAME e REATI. Si susseguono proteste e tumulati da parte dei tanti indigenti, furti di generi alimentari nei supermercati, sottrazioni di carrelli pieni di viveri, scippi in strada delle buste con la spesa, rapine alle farmacie. Episodi che si verificano con prevalenza al Sud dove la situazione economica è particolarmente drammatica e tende ad aggravarsi: tanti lavoratori sono precari o “a nero”, moltissimi cittadini vivono alla giornata, parecchi “normalmente” possono fare la spesa soltanto la sera, dopo avere raggranellato un po’ di soldi con lavoretti di fortuna, altri abitualmente hanno un credito di fiducia presso i negozianti per pagare alla fine del mese, ma non in questa circostanza d’emergenza. Tutte persone che non riescono a fare la spesa per mangiare. Un esercito di nullatenenti, letteralmente sul lastrico, ridotti alla fame, ora che non possono muoversi di casa, non tutelati dagli aiuti governativi.

Per tamponare le esigenze delle fasce più deboli, sono stati disposti dal Governo più fondi ai Comuni destinati proprio agli AIUTI ALIMENTARI per le fasce deboli. Sperando che vengano individuati realmente i più bisognosi e non vengano compiuti gli errori già fatti in numerosi casi nell’attribuzione del reddito di cittadinanza a chi vistosamente non ne ha alcun bisogno, a scapito di chi realmente non riesce a mettere il piatto a tavola.

Occorrerebbero controlli attenti, tra l’altro sicuramente più semplici da effettuare nei piccoli centri “dove tutti si conoscono” e certe situazioni macroscopiche saltano facilmente all’occhio. Così come servirebbero valutazioni reali che vanno oltre l’ISEE.

Dovrebbero essere considerate innanzitutto le entrate monetarie reali che determinano la possibilità di acquistare l’indispensabile, in molti casi negato a chi sulla carta possiede beni per quanto assolutamente inutilizzabili dei quali allo stato attuale è impossibile disfarsi e per molti dei quali manca la domanda già da tempo, ma su essi il cittadino è costretto a pagare comunque tassazioni anche ingenti.

L’ORDINANZA varata destina maggiori risorse ai Comuni: 4,3 miliardi per finanziare le iniziative di solidarietà alimentare, aiuti per il Terzo settore.

Il pacchetto di interventi per far fronte all’emergenza Coronavirus che comprende un REDDITO DI EMERGENZA per tutte le situazioni lavorative.

È prevista l’attivazione di un Rem, una misura eccezionale in grado di aiutare le fasce dei lavoratori più deboli e assolutamente, non un ritocco del reddito di cittadinanza. Una tantum, un contributo di 600 euro: per realizzarlo dovrebbero essere stanziati 6 miliardi.

DESTINATARI: non solo i lavoratori a partita Iva, artigiani, commercianti ecc, anche precari, irregolari, badanti, babysitter, ecc, coloro che non hanno più il sussidio di disoccupazione (Naspi o Discoll), stagionali, bagnini, camerieri, addetti alle pulizie, animatori turistici, contrattisti a giorni, settimane, massimo qualche mese.

BUONI SPESA: stanziati dal Governo nel Dpcm, 4,3 miliardi di euro destinati ai Comuni. Di questi, 400 milioni vincolati per aiutare esclusivamente i cittadini in difficoltà che “non hanno soldi per fare la spesa”. Si precisa che “la quota del fondo assegnato a ciascun Comune sarà gestita ed erogata dal Comune medesimo, privilegiando i criteri di prossimità e sussidiarietà”.

“Il riparto di tali risorse aggiuntive sarà basato su CRITERI nuovi, calibrati per l’esigenza eccezionale, quali i principi del minor reddito pro capite (50-66%) e del numero di abitanti (33-50%), criteri concordati con l’ANCI: da valutare l’introduzione tra i criteri di riparto dell’indice di vulnerabilità sociale e materiale (IVSM) calcolato dall’ISTAT ma, si badi bene, ultimo dato disponibile aggiornato però al censimento del 2011, particolare questo da tenere presente.

“Le risorse ricevute da ciascun Comune per la solidarietà alimentare saranno destinate, con un vaglio preventivo molto semplificato e flessibile (evitando requisiti rigidi) da parte dei servizi sociali comunali, a tutti coloro che versano in situazione di necessità alimentare… Tali risorse dedicate potranno essere rafforzate da ciascun comune (o dall’ANCI, con un riparto pro quota in base alle esigenze) con donazioni defiscalizzate di generi alimentari o di buoni d’acquisto o buoni sconto da parte di privati, di produttori, dei distributori”.

“Si prevede altresì la possibilità da parte dei Comuni di acquistare buoni spesa, buoni pasto o generi di prima necessità senza procedura di gara. Considerato che il FSC non interessa i comuni del Trentino AA, del Friuli VG e della Valle d’Aosta, in questi territori, con specifica previsione nell’ordinanza, le somme sono anticipate dalle Autonomie speciali per essere ristorate in sede di emanando decreto legge”.

Dal BANCO ALIMENTARE è stato pure sottolineato che si sta registrando un forte aumento delle richieste a causa dell’emergenza sanitaria. Si evidenzia un aumento del 20% delle richieste di cibo, dovuta all’emergenza sanitaria che pesa soprattutto sulle famiglie più povere. Secondo il Banco Alimentare, a livello nazionale vi sarebbe un aumento di richieste alimentari con punte fino al 40% in alcune regioni come la CAMPANIA.

“Ci arrivano nuove domande di aiuto anche dai sindaci, soprattutto dai Comuni del SUD. Ci aspettiamo un’esplosione del bisogno”, avverte il presidente della Fondazione Giovanni Bruno.

INDENNIZZO per il mese di marzo di 600 euro a professionisti e autonomi iscritti alle casse di previdenza private.

Firmato dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo il decreto interministeriale che fissa le modalità di attribuzione del fondo per il reddito di ultima istanza. Il bonus deve essere chiesto alla propria cassa. Verrà erogato a chi ha avuto redditi fino a 35mila euro o, a coloro che si trovano tra 35 e 50mila e abbiano subito nei primi 3 mesi 2020 cali di attività di almeno il 33%.

Per quanto concerne l’osservanza delle normative anti-contagio imposte agli italiani da Governo e Regioni e confermate con ulteriori proroghe su tutto il territorio nazionale, che obbligano al divieto di uscire dalla propria abitazione se non tassativamente motivato da urgenti necessità certificate, su 210.365 controlli effettuati, 3000 persone sono state denunziate dalle forze dell’Ordine per VIOLAZIONE dei DIVIETI imposti dai decreti per l’emergenza.

Specificamente 2.783 hanno violato le limitazioni agli spostamenti, 86 hanno si sono serviti di false motivazioni.

Sono 50 ad avere commesso un reato che fa maggiormente riflettere e che più di tutti preoccupa per la gravità delle possibili conseguenze: hanno violato la quarantena, con evidente e notevole rischio di contagio per la popolazione.

98.653 le attività commerciali controllate; a seguito di tali operazioni, sono stati denunciati dalle forze di polizia 72 titolari e chiuse chiuse 31 attività.

È quanto emerge dai più recenti dati del Viminale.

Il problema delle violazione, oltre a ulteriori sollecitazioni e raccomandazioni da parte dei governanti nei confronti della cittadinanza, solleva critiche e richieste di elasticità in alcuni casi di effettiva impellenza, improrogabilità e assoluta impossibilità a demandare ad altri azioni urgenti, anche atte a tutelare la salvaguardia della vita di animali, non sempre previste dalla sommaria normativa emanata. Tra queste, il problema dell’affido con impossibilità di consegnare le bestiole adottate – per interruzione dei servizi appositi di trasporto animali domestici, taxi per animali e staffette – e conseguente è inevitabile destino a essere rinchiuse forzatamente in canili, gattili, rifugi, ecc ed esposte a contagi (oltre che a traumi notevoli e spesso insuperabili, per un animali abituati in casa) con altissime probabilità di contrarre malattie inguaribili che ne segnano la qualità e la durata della vita, purtroppo particolarmente diffuse soprattutto e non solo tra i quattrozampe, in primis la cosiddetta aids felina.

Le associazioni animaliste, i volontari e i gruppi di adizione denunciato l’aggravarsi della situazione, chiedendo l’immediato ripristino del trasporto animali domestici, quale urgente necessità, a salvaguardia della loro vita e nel rispetto dello sforzo di migliaia di volontari impegnati sul territorio nazionale, che vedono vanificati i loro sforzi e soprattutto alla luce della situazione di conseguente sovraffollamento dei rifugi per l’interruzione delle consegne di affido e adizione, e l’impossibilità a garantire cure e cibo per tutti. Occorrono aiuti urgentissimi, in primis forniture di cibo.

Si fa inoltre presente che come vengono trasportate e consegnate le merci, parimenti potrebbero essere effettuati il trasporto e le consegne degli animali da compagnia negli appositi trasportini di sicurezza regolamentari che tutelano l’incolumità delle bestiole.

Teresa Lucianelli


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