Sono trascorsi 50 anni da un evento che ha inondato di emozioni ogni angolo della Terra, tanto che ancora oggi quel giorno d’estate è ricordato e celebrato in tutto il mondo. Erano le 4:56 minuti e 15 secondi del 21 luglio 1969 in Italia, le 22:56 minuti e 15 secondi (east time) del 20 luglio negli Stati Uniti quando il Comandante della missione Apollo 11 impresse la sua orma sul nostro satellite, tanto che le sue parole rimarranno per sempre nella nostra memoria. L’ impronta di Armstrong, primo uomo sulla Luna, così come la sua frase “Questo è un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigante per l’umanità”, sono nella storia dell’umanità. Aldrin invece rimase impressionato dallo spettacolo di straordinaria desolazione e dalla sensazione di leggerezza. Rimasero oltre due ore a fare fotografie e raccogliere rocce da portare a Terra prima di rientrare nel LEM e ripartire per ritrovarsi con Collins sul Columbia. Il 24 luglio la navicella ammarò vicino alla Hawaii. L’impresa era stata portata a termine esattamente come dalle previsioni, grazie al lavoro di migliaia di persone. Per Nixon, l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America, aver portato a compimento quello che era stato un sogno inizialmente voluto da John Kennedy significò anche una vittoria nel braccio di ferro con l’Unione Sovietica in clima di guerra fredda. Eppure, ancora oggi, non mancano i dubbiosi, quelli che pensano che, proprio per spuntarla con i sovietici, si sia trattato di una gigantesca messa in scena, una “bufala” colossale, realizzata su un set cinematografico. Nel qual caso tanto di cappello al regista. No ci resta che dire “Guarda che luna!”“
Foto e Articolo
Luigi Borrone